
Saponi solidi personalizzati fai-da-te
Ultimo aggiornamento 01/06/2020
Buon pomeriggio a tutti!
Da un po’ di tempo mi ero messa in testa di iniziare a lavorare il sapone.
Perchè?
Essenzialmente penso che la saponificazione sia una delle reazioni chimiche più affascinanti. Quasi non riesco a comprendere come qualcosa di caustico come l’idrossido di sodio possa arrivare a lavare via lo sporco.
Altro punto a favore è la possibilità, essendo materiali solidi, di evitare imballi in plastica che finirebbero sicuramente nella spazzatura.
Il procedimento non è proprio semplicissimo. C’è bisogno di una preparazione adeguata in materia, degli strumenti adatti e dei materiali indispensabili, non proprio facili da reperire.
La soddisfazione che ne deriva è, però, impagabile. Senza contare la bellezza di poter modellare a proprio piacimento l’aspetto finale di un sapone, la trama e i colori, il profumo.
In questo articolo non spiegherò come fare il sapone – per quello aprirò in futuro una pagina dedicata con tutti i dettagli – ma voglio parlarvi del mio primo esperimento di saponificazione e delle mie impressioni.
Saponificazione
Voglio iniziare con dei cenni al processo chimico vero e proprio, per poter capire con cosa si ha a che fare quando si vuole creare un sapone. Solo conoscendo le specie chimiche possiamo capire come proteggerci da situazioni pericolose.
Il sapone è di fatto un sale di sodio. La reazione che porta alla sua formazione è soda caustica + trigliceridi?.
Mentre i trigliceridi sono chimicamente innocui perchè componenti degli oli e grassi, la soda caustica o idrossido di sodio (NaOH) è una sostanza molto pericolosa. Il suo pH è 14, del tutto caustico/basico/alcalino.
Il pH basico, al pari di quello acido, è pericoloso per la pelle e corrosivo. Causa irritazioni e rovina la cute, che diventa rossa e prude in caso di contatto lieve e breve, ma può anche bruciare in caso di contatto più prolungato e con quantità elevate di soda.
Inoltre la soda può rovinare anche l’epitelio gastro-intestinale attraverso i fumi tossici che emana, per cui non va respirata per quanto possibile.

Per questo motivo maneggiare la soda nel modo giusto è fondamentale. Ecco gli accorgimenti per evitare qualsiasi problema:
- Pesare la soda in luoghi aperti e arieggiati
- Indossare guanti e mascherine protettive
- Porre solamente vetro, gomma, silicone o acciaio inox 18/10 a contatto con la soda, altri metalli si scioglierebbero. Alcune plastiche possono comunque essere usate
- Non versare mai l’acqua sopra la soda, sempre la soda nell’acqua
- Soda e acqua reagiscono liberando molto calore. Usare solo vetro resistente ad alte temperature (90°C)
- Tenere la soluzione lontano da bambini o animali, evitando di lasciarla in zone accessibili a questi
Tutto questo per dire che, anche se si maneggiano sostanze di per sè pericolose, con i giusti accorgimenti la saponificazione può essere del tutto controllata e innocua.
Il mio primo esperimento | Sapone alla camomilla e iperico
Prima di iniziare a pensare ad una ricetta mi sono preoccupata di avere i materiali indispensabili per lavorare; termometro, becher, pentola inox 18/10, stampo sono fondamentali. In mi sono affidata al libro “Saponi e shampoo solidi”, di Liliana Paoletti per capire cosa fare e cosa non fare, in modo da non sprecare grandi quantità di materiali.
Per saponificare è consigliato lavorare con minimo 500g di oli, per cui capite bene che è una quantità piuttosto consistente e dal prezzo non proprio basso… Errori grossolani potrebbero causare sprechi di denaro notevoli.
Anche procurarsi così tanto olio non è di sicuro conveniente, per cui di solito si inizia sperimentando con oli facili da trovare in commercio: olio di oliva, di soia, di riso, di girasole, ecc… Io invece ho preferito acquistare subito anche oli più preziosi, ma non è indispensabile.
Detto questo mi sono ispirata ad una ricetta de La Regina del Sapone a base di fiordaliso e camomilla. Non avendo i fiori di fiordaliso ho deciso di sostituirli con dell’iperico ed il risultato è stato un infuso molto profumato.
Aggiungendo al mio infuso la soda caustica il colore è passato da ambrato a marrone molto scuro, per cui ho abbandonato l’idea iniziale di colorare il mio sapone con delle miche.
Raffreddandosi invece il sapone ha cambiato tonalità, diventando molto più chiaro.
Il procedimento per la riuscita della reazione sarà spiegato in una sezione che aprirò più avanti, per cui non lo tratterò qui, ma c’è da sapere che è piuttosto importante il giusto tempismo: è facile lavorare il sapone per troppo tempo, rendendolo eccessivamente denso, oppure -come me- dimenticarsi qualche ingrediente o passaggio prima di versare il sapone nello stampo.
Io ho dimenticato di inserire l’antiossidante, un componente fondamentale per la buona conservazione del sapone. Me ne sono accorta solamente dopo aver già colato il sapone nello stampo: per risolvere il problema ho tentato di inserire una goccia di aperoxid all’interno del sapone direttamente nello stampo, e mescolare manualmente. L’effetto è stato che l’antiossidante non si è per nulla amalgamato nel sapone e si sono creati degli aloni antiestetici aranciati, che mi hanno obbligato a mettere da parte un gran numero di saponette piuttosto bruttine.
Il risultato è stato comunque molto soddisfacente.
Nel video la soluzione di soda viene aggiunta alla fase oleosa e dà inizio alla reazione.




Spero che questo post vi sia stato utile e di avervi incuriosito sull’argomento. Buono spignatto a tutti!
A presto.
