Esperienza di laboratorio! Estraiamo l’olio di mandorle
Ultimo aggiornamento 01/06/2020
Ciao a tutti!
Negli ultimi tempi purtroppo non sono riuscita ad essere molto attiva nel blog: i corsi all’Università sono ricominciati e il tempo libero a disposizione è davvero poco.
Questo semestre tuttavia ho avuto la fortuna di partecipare ad un corso davvero affascinante, che mi ha portato alla scoperta del laboratorio chimico. Tra tutti gli esperimenti che abbiamo fatto, mi è subito saltato all’occhio il procedimento di estrazione dell’olio di mandorle che ho puntualmente documentato per poterlo condividere con voi.
Tecniche di estrazione
L’estrazione è un processo chimico che permette di separare una sostanza da una miscela contenente vari composti. In fitocosmesi è comunemente utilizzato per estrarre svariati principi attivi da sostanze di origine vegetale.
Per quanto riguarda l’estrazione di oli, questa può essere effettuata in due modi:
- Estrazione a caldo
- Estrazione a freddo
In genere il processo a caldo viene utilizzato nell’estrazione industriale di grandi quantità di sostanze, perché economica, veloce e molto efficace.
Al contrario nel commercio eco-biologico si preferisce il tipo di estrazione a freddo perché è più eco-sostenibile: non prevede infatti l’utilizzo di solventi chimici. L’estrazione a freddo è però parecchio costosa ed ha in genere una resa minore, perché effettuata tramite processi meccanici.
Estrazione a caldo
Il tipo di estrazione che abbiamo effettuato noi è a caldo, che è in effetti il tipo di estrazione più “chimico” tra i due possibili. Il nome completo del processo è “estrazione in continuo liquido-solido”, che indica un processo ciclico e ripetuto di estrazioni di una sostanza liquida da una miscela solida.
Questo tipo di estrazione prevede l’utilizzo di un solvente, nel nostro caso etere di petrolio, in grado di sciogliere la sostanza interessata.
Per separare la matrice solida dal liquido abbiamo utilizzato un estrattore di Soxhlet.
In questo strumento il solvente – etere di petrolio – presente all’interno del pallone viene fatto evaporare, per poi condensare a livello della camera interna.
Qui il solvente incontra le nostre mandorle pestate, isolate all’interno di un filtro di cellulosa, e scioglie l’olio in esse contenuto.
Dopo un certo periodo a contatto con la matrice solida, il tutto viene fatto scivolare nuovamente all’interno del pallone.
In questo modo otterremo una miscela etere-olio all’interno del nostro pallone, separata dalla granella di mandorle.
Questo processo avviene svariate volte: più volte viene fatto evaporare il solvente, più olio verrà estratto dai semi/frutti.
Una volta effettuati tutti i cicli di estrazione la miscela viene inserita in un evaporatore rotante.
Attraverso questo strumento si può separare il solvente, che è il componente più volatile, dal nostro olio di mandorle.
Il pallone viene inserito in un bagno a temperatura controllata, in genere mantenuta bassa grazie alla presenza del vuoto all’interno della camera di distillazione. La miscela viene fatta ruotare per permettere un’evaporazione uniforme di tutto il solvente, che condensa lungo le pareti dell’evaporatore ed è raccolto in un pallone secondario.
La bassa temperatura impedisce l’eventuale degradazione di sostanze termolabili presenti all’interno dell’olio, preservandone le caratteristiche organolettiche.
A livello industriale l’olio ricavato da questi procedimenti viene poi ulteriormente raffinato e purificato. Nessun residuo di etere rimane quindi all’interno del prodotto finito.
Questo tipo di estrazione quindi non è nociva per la salute e viene spesso utilizzata; tuttavia nella fitocosmesi si tende a preferire la spremitura a freddo perché non utilizza solventi. Spesso i solventi a cui si ricorre in questi tipi di processi sono derivati del petrolio che, se smaltiti in modo scorretto, potrebbero inquinare notevolmente l’ambiente.
Per quanto riguarda il nostro laboratorio, l’ambiente è salvaguardato: l’etere che esce dalla lavorazione praticamente puro e viene perciò riutilizzato. Tutte le sostanze chimiche da noi utilizzate vengono poi trattate e smaltite da enti specializzati.
Spero che questo articolo vi abbia divertito e incuriosito almeno tanto quanto a me è piaciuto scriverlo.
Dall’UniTS per ora è tutto. A presto!