
Conservanti
Ultimo aggiornamento 11/06/2020

Conservanti nella cosmesi “eco”
I conservanti naturali purtroppo sono pochi e spesso inefficaci o fortemente allergizzanti, come capita ad esempio per gli oli essenziali. Per questo tipo di materie prime, quindi, è spesso necessario affidarsi ai prodotti di sintesi o di semisintesi (ricavati da sostanze estratte da vegetali).
I conservanti di origine naturale più usati sono elencati di seguito. Come potete vedere, nessuno di questi è in grado di agire sia sui batteri che sui miceti. In questi casi, si dice che il conservante ha uno spettro limitato.
Conservante | Batteri Gram – | Batteri Gram + | Funghi |
---|---|---|---|
Acido benzoico e derivati | ↓ | ↓ | ↓ |
Acido deidroacetico e derivati | ↓ | ↓ | ↑ |
Acido sorbico e derivati | ↓↓ | ↓↓ | ↑↑ |
Alcool benzilico e derivati | ↑↑ | ↓↓ | ↓↓ |
Un conservante per essere funzionale deve rimanere in fase acquosa e avere uno spettro ampio. Un conservante limitato e/o che migra in fase oleosa non è in grado di garantire la sicurezza di un prodotto cosmetico nel tempo.
Per ottenere una buona conservazione è necessario un ampio spettro d’azione contro i microrganismi, in modo tale che nessuna specie riesca a sopravvivere. Per questa ragione si preferisce usare miscele di conservanti anzichè singole materie prime, soprattutto con gli ingredienti naturali. Attenzione però a mescolare i conservanti! Sono molecole reattive, quindi è meglio evitare di “provare” a fare miscugli da zero. Piuttosto, è meglio affidarsi alle miscele commerciali che sono state accuratamente testate.
Bisogna sottolineare anche che un conservante, per svolgere la sua azione antimicrobica, deve rimanere nella fase acquosa, dove potrebbero proliferare i microbi. Se il conservante è lipofilo tenderà di natura a migrare verso una qualsiasi fase oleosa, che è già un luogo inospitale per i microbi! Un conservante che migra in fase lipofila è un ingrediente inutile contro i microbi, perché non li incontra.
Questi due aspetti ci fanno capire perchè esistono così pochi conservanti: molecole che allo stesso tempo devono avere un’attività conservante e una struttura sufficientemente idrofila da permettergli di rimanere in fase acquosa.
Sodio benzoato + Potassio sorbato
Sodio benzoato e potassio sorbato sono i sali rispettivamente dell’acido benzoico e sorbico. Sono una coppia di conservanti molto usati a livello industriale per cosmetici naturali paraben-free. Nell’etichetta di un qualunque shampoo eco-bio certificato Ecocert e molto probabile trovare entrambe queste sostanze elencate tra i vari INCI.

In coppia assicurano una protezione completa contro funghi e batteri di ogni tipo. Tuttavia, non vengono usati frequentemente nell’auto-produzione cosmetica perchè per agire richiedono un pH compreso tra 3 e 5.
Capite bene che è abbastanza difficile essere sicuri di mantenere in tutte le formulazioni un pH compreso in questo intervallo. Senza considerare poi che ci sono formulazioni per cui un pH così basso non è adatto.
- il potassio sorbato ha potere antifungino e agisce a pH tra 4 e 5;
- il sodio benzoato è un antimicrobico (sia antibatterico sia antifungino) e agisce a pH tra 3 e 5.
In generale, la maggior parte dei conservanti per funzionare ha bisogno di un pH medio-basso perché deve prevalere la forma indissociata. Questo perché la funzione chimica che ha attività conservante è quella acida (COOH).

In acqua qualsiasi sale del tipo R-COONa si ionizza, spaccandosi in due molecole: R-COO– e Na+.
Se mettiamo il sodio benzoato in acqua, quindi, nell’ambiente ci saranno H2O, R-COO– e Na+.

Per questioni di termodinamica, Na+ non reagisce con l’acqua mentre R-COO– reagisce secondo l’equilibrio in figura. Le frecce rosa ci mostrano che se aumentiamo H3O+ – ovvero se il pH è acido – l’equilibrio si sposta verso la forma indissociata, che è quella con attività conservante.
Il potassio sorbato nei cosmetici è consentito a concentrazioni non superiori allo 0,6%. Nei prodotti da risciacquo è consentito fino al 2,5%.
Il sodio benzoato è consentito fino ad un massimo dello 0,5%.
Cosgard/Geogard/Caldistat DB

Il conservante di gran lunga più utilizzato nella produzione casalinga è il Cosgard, una miscela di acqua, alcool benzilico e acido deidroacetico. Oltre ad avere un ampio spettro di azione, agisce in un intervallo di pH ideale per la maggior parte delle formulazioni cosmetiche, pH 5-8. Comprando un unico prodotto, quindi, possiamo conservare quasi tutti i tipi di formulazioni cosmetiche.
- L’alcool benzilico è un antibatterico attivo a pH superiori a 5;
- l’acido deidroacetico è un buon antifungino e un lieve antibatterico a pH 5 e 6,5.
Purtroppo questo conservante è poco solubile, infatti nei prodotti acquosi non si mescola facilmente ma resta in superficie (si possono notare delle piccole goccioline giallognole). Negli shampoo e bagnoschiuma dopo un po’ di pazienza e forza meccanica si scioglie, anche grazie alla grande quantità d’acqua presente e ai tensioattivi che solubilizzano le molecole.
Altro difetto di questo conservante è il pessimo odore, che si percepisce a lungo anche nel prodotto finito. Spesso l’odore è così forte da sovrastare la profumazione scelta. Inoltre, quando puro può corrodere la plastica! É preferibile non toccarlo con le mani e aggiungerlo al prodotto con una pipetta contagocce anzichè versarlo, per non farlo colare in giro.
La concentrazione consigliata è 0,5-1%, anche se spesso nelle ricette home-made viene usato allo 0,6%.
La norma vieta l’utilizzo di acido deidroacetico al di sopra dello 0,6%, mentre la dose massima consentita per l’alcool benzilico è l’1%. Questo spiega perchè la miscela dei due abbia come dose consigliata 0,5-1%.