
Tensioattivi
Ultimo aggiornamento 11/06/2020

Come si fa un buon detergente?

Per formulare un prodotto detergente non basta conoscere la SAL e sapere come calcolarla. Ogni tensioattivo ha le sue caratteristiche e peculiarità, e richiede un certo tipo di manipolazione. In più, anche se un detergente lava anche solo con acqua e tensioattivo, è piacevole (oltre che divertente!) aggiungere alla formula base tensioattivi secondari e sostanze attive per ridurre l’aggressività e funzionalizzare il cosmetico.
Arrivati a questo punto è necessario specificare che la comune composizione di un qualsiasi prodotto detergente – sia shampoo, docciaschiuma, sapone intimo o sapone per le mani – comprende almeno:
- acqua;
- uno o più tensioattivi primari;
- uno o più tensioattivi secondari;
- un agente viscosizzante/modificatore reologico;
- uno o più conservanti.
Va fatto notare che i conservanti sono una componente essenziale della formulazione detergente. La grande quantità di acqua presente garantisce terreno fertile per la proliferazione di muffe e batteri. Bisogna quindi “aiutare” il nostro prodotto a impedire questo processo, soprattutto se i tensioattivi o le sostanze funzionali che scegliamo di usare sono di origine vegetale e possono quindi trasportare dei microrganismi.
Possono poi essere presenti anche altre sostanze, non essenziali per la funzione detergente:
- sostanze funzionali;
- coloranti, opacizzanti, perlanti;
- profumi e aromi.
Tensioattivi primari
I tipi di tensioattivo che si usano come base del detergente vengono chiamati primari. Sono usati in quantità molto alte all’interno del prodotto, comparendo sempre tra i primi ingredienti in lista nell’INCI.
I tensioattivi primari sono dotati di elevata capacità lavante e vengono scelti per fare da base ai detergenti. I più usati sono gli anionici e i cationici, meno frequenti gli anfoteri.
Molti sono irritanti ed è quindi buona norma diluirli con tensioattivi secondari.
Generalmente i tensioattivi primari devono essere molto lavanti, in grado quindi di rimuovere sebo e sporcizia in modo efficiente. La SAL di una miscela di tensioattivi primari standard si aggira attorno al 5-10%. Oltre a ciò, sono molto schiumogeni e, diciamolo, anche se la schiuma non è importante per il meccanismo di detersione, a chi piace lavarsi senza schiuma?
D’altro canto, proprio perchè sono molto lavanti, risultano spesso anche molto irritanti. Ricordate? Più un tensioattivo ha capacità lavante elevata, più è probabile sia irritante per la pelle. Attenzione però che il potere irritante di una sostanza chimica dipende esclusivamente da come questa interagisce con la pelle. Esistono tensioattivi con SAL molto elevate che risultano meno irritanti di tensioattivi con SAL basse, ma che “infastidiscono” la nostra pelle molto di più.
I tensioattivi primari in genere sono anionici nei prodotti detergenti, cationici nei balsami. La buona capacità lavante e il costo estremamente basso di queste sostanze li rendono adatti per essere usati come base. All’interno degli shampoo è possibile trovare come tensioattivi primari anche quelli anfoteri, che sono meno potenti degli anionici e danno quindi un effetto detergente più “delicato”.
Classe chimica | Formula chimica | Esempi | Caratteristiche |
---|---|---|---|
saponi | ![]() | molto aggressivi, alzano il pH a 8-10 quando a contatto con acqua | |
alchilsolfati | ![]() | SLS, ammonio lauril solfato | molto schiumogeni ma molto irritanti. Inquinanti: il principale difetto è che si ottengono per sintesi utilizzando l’acido solforico. |
alchiletere solfati | ![]() | SLES | molto schiumogeni, più tollerabili e solubili dei non etossilati (SLS) |
sarcosinati | ![]() | sodio lauroil sarcosinato | non troppo aggressivi, schiumogeni, eco-biologici |
Classe chimica | Formula chimica | Esempi | Caratteristiche |
---|---|---|---|
betaine | ![]() | cocamidopropil betaina | schiumogeni, vengono usati per migliorare la struttura della schiuma. Più spesso usati come tensioattivi secondari. |
alchil anfodiacetati | ![]() | disodio cocoanfodiacetato | ben tollerati, schiumogeni |
Modo d’uso: q.b. ad ottenere una SAL del 5-10%
Tensioattivi secondari
I tensioattivi secondari o surgrassanti si aggiungono alla formulazione per mitigare l’aggressività dei tensioattivi primari, così da rendere il prodotto più delicato. Aumentando la concentrazione dei secondari, infatti, si può ridurre la quantità totale di primari utilizzati.
Tipicamente sono tensioattivi anfoteri e non ionici e vengono utilizzati in quantità del 3-5%.
derivati di amminoacidi (anionici) | ![]() | disodio cocoil glutammato, sodio lauroil glutammato | naturali, ben tollerabili, poco schiumogeni. Purtroppo sono molto fluidi. |
solfosuccinati (anionici) | ![]() | disodio cocopoliglucosio solfosuccinato | molto delicati, poco schiumogeni. Richiedono un range di pH specifico. |
betaine (anfoteri) | ![]() | cocamidopropil betaina, coco betaina | schiumogeni, vengono usati per migliorare la struttura della schiuma. Hanno anche attività viscosizzante. |
alcanolamidi | ![]() | cocamide DEA, cocamide MEA | delicati, sostenitori di schiuma. In disuso perchè possono rilasciare nitrosammine. |
alchil glucosidi | ![]() | coco glucoside, glucoside caprilico/caprico | schiumogeni, delicati, naturali e biodegradabili |
esteri del saccarosio | ![]() | carbossilato di sodio lauril glucosio | delicati, naturali |
esteri del sorbitano | ![]() | polisorbato 20 | altamente tollerabili, delicati |
Modo d’uso: 3-5% del peso totale