
Lipidi
Ultimo aggiornamento 11/06/2020

Esteri non glicerici (cere)
Le cere sono degli esteri non glicerici: sono esteri come i trigliceridi, ma non contengono la glicerina. Al posto della glicerina troviamo alcoli di diverso tipo. La loro struttura chimica può essere semplificata come alcool-O-CO-acido.
Dal momento che la loro struttura è molto semplice, ne esistono di tantissimi tipi, soprattutto grazie al contributo degli esteri sintetici.
Di origine animale | spermaceti, cera d’api |
Di origine vegetale | cera carnauba, cera candelilla, cera liquida di jojoba |
Di sintesi | cetil palmitato, etilesil palmitato, decil oleato, (…) |
Sono materie prime di grande interesse in cosmesi perché hanno caratteristiche chimico-fisiche migliori rispetto ai trigliceridi. Per prima cosa, sono meno untuosi. In quanto strutturalmente più piccoli (dunque meno voluminosi), sono più scorrevoli sulla pelle e quindi donano al prodotto cosmetico maggiore spalmabilità e facilità di applicazione. Infine, subiscono meno la degradazione perché contengono % maggiori di acidi grassi saturi, oltre ad una frazione insaponificabile importante (ricorda, è un antiossidante naturale!).
Proprio perché contengono catene sature, sono normalmente dei solidi. Nei cosmetici infatti vengono utilizzati per dare rigidità a prodotti come burrocacao, rossetti, unguenti e stick; a caldo si sciolgono e si possono mescolare ad altre sostanze, mentre durante il raffreddamento tornano solidi. Sostanze che hanno questa proprietà si chiamano fattori di consistenza.
C’è un unica cera che non è solida, e sono sicura che tutti la conosciate già, anche se con il nome sbagliato! La cera liquida di jojoba, comunemente chiamato olio di jojoba, è un estere non glicerico liquido. Perché è liquido? Come potete ormai intuire, lo stato liquido è dato dalla presenza di catene di atomi di carbonio insature anziché sature come per le altre cere. Nonostante ciò, non è sensibile come gli oli e burri, ma irrancidisce difficilmente. Per tutti questi motivi, quindi, la cera di jojoba è una delle materie prime preferite dai formulatori.

L’olio di jojoba non è in realtà un olio, perchè non è composto da trigliceridi. Chimicamente è una cera che si presenta in forma liquida.
Il modo corretto di chiamarlo è “cera liquida di jojoba“.
Funzione cosmetica: fattore di consistenza
Alcoli, eteri e acidi grassi
Gli eteri sono ottimi materiali lipidici grazie alle loro caratteristiche di estrema leggerezza e stabilità. Sulla pelle, infatti, risultano poco oleosi, leggeri, non untuosi. Messi all’interno di un prodotto, ne migliorano la spalmabilità sulla pelle. L’unico etere degno di nota è il Dicaprylyl Ether, sostanza che è facile incontrare nelle preparazioni eco-bio.
Funzione cosmetica: veicolo
Gli alcoli e acidi grassi fungono principalmente da emulsionanti, quando sono solidi, o da agenti disperdenti, quando liquidi.
- L’alcool cetearilico è un alcool solido ← emulsionante
- L’octildodecanolo è un alcool liquido ← veicolo, agente disperdente
- Gli acidi stearico e palmitico si trovano in commercio in miscela, con il nome di stearina ← emulsionante O/A in presenza di una base (creme allo stearato)
Funzione cosmetica: veicolo, emulsionante
Pesantezza degli oli
Conoscere la pesantezza degli oli che si utilizzano è indispensabile. Tutti i prodotti a base oleosa di buona qualità contengono una cascata di grassi ben bilanciata.
Ma cos’è la cascata di grassi?
Quando si parla di “cascata di grassi” si intende normalmente una miscela di oli/burri/cere, composta da una grande varietà di ciascuna di queste specie. Mi spiego meglio… possiamo considerare una miscela a “cascata” quando è formata da diversi tipi di sostanze lipidiche, come ad esempio:
olio di jojoba | olio 1 |
olio di macadamia | olio 2 |
olio di borragine | olio 3 |
burro di karitè | burro |
cera d’api | cera |
Gia questa basilare “ricetta” potrebbe essere considerata una cascata di grassi: comprende tre tipi di oli, un tipo di burro e un tipo di cera. Ma per formulare una buona cascata di grassi è necessario tenere conto di altre caratteristiche, e la prima cosa a cui fare riferimento è proprio la pesantezza degli oli.
In una cascata lipidica ricca normalmente si trovano mescolati tre tipi di oli: oli leggeri, oli medi, oli pesanti (categorie poi espandibili a piacere in leggerissimi, leggeri, medi, pesanti e molto pesanti). In base al tipo di pelle che vogliamo trattare è opportuno modificare la composizione della miscela, variando le quantità relative dell’olio corrispondente.
Per fare un esempio: nel caso io debba trattare una pelle acneica e problematica, non andrò a sovraccaricare la mia cascata di oli pesanti, ma piuttosto sceglierò una buona combinazione di oli leggeri e leggerissimi. Questo non vuol dire che in un caso del genere gli oli pesanti non debbano comparire! Anzi, è necessario che in ogni formulazione (mi riferisco soprattutto alle creme) sia presente almeno un esemplare per ogni categoria di oli.
coco-caprylate | olio leggerissimo |
olio di jojoba | olio leggero/molto leggero |
olio di argan | olio leggero |
olio di riso | olio medio |
olio di rosa mosqueta | olio medio |
tocoferolo | olio pesante |
burro di karitè | burro |
(cera) |
Ma ancora non abbiamo detto cosa vuol dire “pesantezza”: è un valore che indica molto semplicemente la densità dell’olio. Un olio con densità elevata verrà classificato come “pesante”, uno con densità media “medio”, … e così via.