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Conservanti

Ultimo aggiornamento 11/06/2020

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Conservare i cosmetici è un processo fondamentale per la buona riuscita dei prodotti di bellezza. I conservanti ci aiutano ad allungare la vita ai nostri cosmetici, permettendoci di utilizzarli più a lungo, di renderli sicuri e anche di porre meno attenzione durante l’utilizzo.

Pensate per esempio a quante volte mettiamo le dita in un vasetto di crema prima di finirla del tutto! Come potete immaginare, le nostre mani possono trasportare diversi tipi di microbi che, a contatto con un cosmetico non conservato, trovano terreno fertile per moltiplicarsi. Le mani, comunque, non sono l’unico veicolo di microbi: è sufficiente anche solo una folata d’aria per contaminare un cosmetico. Quindi, anche i cosmetici nei tubetti non sono protetti al 100%.

Un ingrediente conservante quindi serve ad evitare che il cosmetico diventi un terreno di coltura favorevole per la crescita di batteri e muffe.

Visto che la maggior parte dei microbi ha bisogno di acqua per crescere, è particolarmente importante conservare i cosmetici che ne contengono grandi quantità. Un rossetto, ad esempio, è un prodotto meno facilmente contaminabile rispetto ad una crema o un latte detergente. In effetti, i prodotti cosmetici possono essere suddivisi in 6 gruppi a seconda della facilità con cui possono essere contaminati:

  1. prodotti a base alcolica → esenti da contaminazione
  2. prodotti a base grassa → difficilmente contaminabili
  3. saponi solidi → soggetti a possibile contaminazione superficiale
  4. polveri per il make-up → contaminabili
  5. prodotti con basse % di acqua → contaminabili e degradabili
  6. prodotti a base acquosa → facilmente contaminabili

bebabio; cosmesi; naturale;Che tipi di conservanti esistono?

Le sostanze che combattono la proliferazione dei microrganismi possono agire in due modi; bloccandone la crescita (biostatici) oppure uccidendoli (biocidi).

Le sostanze conservanti usate nei cosmetici sono tipicamente dei biocidi, perché il loro scopo è preservare inalterate nel tempo tutte le caratteristiche del prodotto, come se questo fosse appena uscito dalla fabbrica. Le sostanze biostatiche invece sono più utilizzate come sostanze funzionali in un cosmetico. Per esempio, hanno attività biostatica il Piroctone Olamine e lo Zinco piritione, frequenti ingredienti antiforfora. Le sostanze biostatiche in effetti sono più utili per modificare la composizione della flora cutanea piuttosto che per conservare i prodotti.

I microrganismi che più colpiscono i prodotti cosmetici sono i batteri, i lieviti e le muffe. Visto che questi microrganismi sono molto diversi tra loro, è difficile che un singolo conservante sia in grado di agire su tutti e tre allo stesso momento e con la stessa efficacia. Per questo motivo, quasi sempre in cosmesi si utilizzano miscele di conservanti. Più avanti nella pagina vedremo come.

Rientrano nel termine “microrganismi” i batteri, i lieviti e le muffe, i virus. Poichè i virus non sono in grado di sopravvivere al di fuori di una cellula ospite, il loro interesse in cosmesi è minimo. I prodotti cosmetici sono un più facile bersaglio per batteri e miceti.

bebabio; cosmesi; naturale;Quali conservanti scegliere?

In Europa i conservanti ammessi nei cosmetici sono disciplinati dal Regolamento (CE) 1223/2009. L’Allegato V del Regolamento comprende una lista di ingredienti che possono essere usati nei cosmetici con la funzione di conservante. Questo non vuol dire che esistono solo le sostanze conservanti in elenco, ma che solo a una di quelle possiamo dare l’attributo di “conservante”. Sostanze diverse da quelle elencate non possono essere definite conservanti, ma non è detto che non abbiano attività antimicrobica.

Prendiamo ad esempio gli oli essenziali: sono sostanze piccole, lipofile, spesso piuttosto reattive. È riconosciuto ormai a livello mondiale che queste materie prime hanno azione antibatterica, ma non compaiono nell’allegato V perché possono essere utilizzati per diversi scopi all’interno di un prodotto. Anche altri ingredienti hanno le stesse caratteristiche: tensioattivi ed estratti vegetali sono solo degli esempi. In questi termini la legislazione piace molto alle aziende cosmetiche, perchè i prodotti che li contengono possono essere spacciati come “senza conservanti“, visto che queste sostanze non sono ufficialmente considerate conservanti, anche se funzionano come tali.

L’allegato V identifica anche delle concentrazioni massime per ciascun conservante elencato. Questi valori tengono conto del rapporto sicurezza/efficacia di ogni sostanza, perchè visto che agiscono sulle cellule microbiche potrebbero avere effetti nocivi anche sulle cellule umane.
Le enormi differenze che esistono tra le nostre cellule e quelle dei microrganismi ci permettono di considerare alcuni conservanti più sicuri di altri, in base al meccanismo d’azione. Batteri e muffe sono cellule molto più semplici rispetto a quelle animali, ma presentano degli organelli “in più” che le nostre cellule non hanno. Questa differenza permette a certi tipi di sostanze di agire selettivamente sulle cellule dei microrganismi e di non interagire invece con le nostre:

  • agendo sulla parete cellulare (che noi non abbiamo);
  • modificando o distruggendo la membrana cellulare batterica e/o suoi componenti peculiari;
  • inattivando sistemi enzimatici specifici.

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